sabato 1 giugno 2013

PARLIAMO DI 'INFERNO', Dan Brown

Intrigo internazionale, mistero storico, ambientazioni mozzafiato, arte, storia, simboli. Dan Brown confeziona un thriller avvincente e pieno di azione, misteri e colpi di scena. Forse banale in alcuni passaggi, o prolisso in alcune descrizioni artistiche ma comunque sempre godibile e avvincente.
Robert Langdon, lo studioso di simbologia già protagonista del Codice da Vinci, di Angeli e demoni e de Il simbolo perduto, bello, prestante, elegante, si ritrova suo malgrado a fronteggiare una situazione che minaccia l’intera umanità. Aiutato dalla bella ed enigmatica Sienna, braccato da minacciosi individui che lo vogliono uccidere, in possesso di elementi che fanno riferimento a Dante Alighieri e alla sua opera, Robert Langdon si ritrova da subito nella non invidiabile situazione di dover trovare il filo di una matassa intricatissima, senza potersi fidare di nessuno e dove niente è quello che sembra. Le uniche certezze sembrano risiedere nei versi della Divina Commedia, ma come interpretarli?
L’azione incalzante, le affascinanti ambientazioni, Firenze, Venezia, Istanbul, e una serie infinita di colpi di scena colmano il poco spessore dei personaggi e l’abuso del deus ex machina (il protagonista riesce sempre, spesso in modo rocambolesco, a trovare il modo per togliersi d’impiccio dalle situazioni più insidiose).
Si trattiene il fiato fino alla fine quando, dopo l’ennesimo colpo di scena, si cerca di dare un senso a un non facile quesito morale.
Forse più vicino a Crypto che al Codice da Vinci, per struttura di narrazione e ritmo incalzante, Inferno non mancherà di piacere ai tanti fan di Dan Brown.
Consigliato a chi non ha pretese di leggere un capolavoro che segnerà la vita per sempre, a chi ha voglia di qualche ora di svago, a chi si appresta a rilassarsi sotto un ombrellone.
Il mio voto è 7/10
David

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