INFERNO- Dan Brown- Non è
sorprendente che lo studioso di simbologia Robert Langdon sia un esperto
di Dante. E' naturale che al poeta fiorentino e alla visionarietà con
cui tradusse la temperie della sua epoca tormentata il professore
americano abbia dedicato studi e corsi universitari ad Harvard. E'
normale che a Firenze Robert Langdon sia di casa, che il David e piazza
della Signoria, il giardino di Boboli e Palazzo Vecchio siano per lui
uno sfondo familiare. Ma ora è tutto diverso, non c'è niente di normale.
E un incubo e la sua conoscenza della città fin nei labirinti delle
stradine, dei corridoi dei palazzi, dei passaggi segreti può aiutarlo a
salvarsi la vita. Il Robert Langdon che si sveglia in una stanza
d'ospedale, stordito, sedato, ferito alla testa, gli abiti insanguinati
su una sedia, ricorda a stento il proprio nome, non capisce come sia
arrivato a Firenze, chi abbia tentato di ucciderlo e perché i suoi
inseguitori non sembrino affatto intenzionati a mollare il colpo.
Barcollante, la mente invasa da apparizioni mostruose, il professore
deve scappare. Aiutato solo dalla giovane dottoressa Sienna Brooks,
soccorrevole, ma misteriosa come troppe persone e cose intorno a lui,
deve scappare da tutti. Comincia una caccia all'uomo in cui schieramenti
avversi si potrebbero ritrovare dalla stessa parte, in cui niente è
quel che sembra.
L'IPOTESI DEL MALE- Donato Carrisi: C'è una sensazione che tutti, prima o poi, abbiamo provato nella vita:
il desiderio di sparire. Di fuggire da tutto. Di lasciarci ogni cosa
alle spalle. Ma per alcuni non è solo un pensiero passeggero. Diviene
un'ossessione che li divora e li inghiotte. Queste persone spariscono
nel buio. Nessuno sa perché. Mila Vasquez invece è circondata dai loro
sguardi. Ogni volta che mette piede nell'ufficio persone scomparse dove
lavora, centinaia di occhi la fissano dalle pareti della stanza dei
passi perduti, ricoperte di fotografie. Per lei, è impossibile
dimenticare chi è svanito nel nulla. Forse per questo Mila è la migliore
in ciò che fa: dare la caccia a quelli che il mondo ha dimenticato. Ma
se d'improvviso alcuni scomparsi tornassero con intenzioni oscure?
Sembrano identici a prima, questi scomparsi, ma il male li ha cambiati.
Alla domanda su chi li ha presi, se ne aggiungono altre. Dove sono stati
tutto questo tempo? E perché sono tornati?
JOYLAND- Stephen KING: Estate 1973, Heavens Bay, Carolina del Nord. Devin Jones è uno studente
universitario squattrinato e con il cuore a pezzi, perché la sua ragazza
lo ha tradito. Per dimenticare lei e guadagnare qualche dollaro, decide
di accettare il lavoro in un luna park. Arrivato nel parco
divertimenti, viene accolto da un colorito quanto bizzarro gruppo di
personaggi: dalla stramba vedova Emmalina Shoplaw, che gli affitta una
stanza, ai due coetanei Tom ed Erin, studenti in bolletta come lui e ben
presto inseparabili amici; dall'ultranovantenne proprietario del parco
al burbero responsabile del Castello del Brivido. Ma Dev scopre anche
che il luogo nasconde un terribile segreto: nel Castello, infatti, è
rimasto il fantasma di una ragazza uccisa macabramente quattro anni
prima. E così, mentre si guadagna il magro stipendio intrattenendo i
bambini con il suo costume da mascotte, Devin dovrà anche combattere il
male che minaccia Heavens Bay. E difendere la donna della quale nel
frattempo si è innamorato.
IL SOGNO DI VOLARE- Carlo LUCARELLI: In una Bologna che non è più la stessa, un assassino fa giustizia da sé di fronte all'ingiustizia che vede. A combatterlo c'è solo lei. Grazia Negro. Anche lei non è più la stessa. E di assassini seriali non vorrebbe più sentir parlare. Il romanzo della rabbia di oggi. Assoluta e senza rimedio. Il romanzo dei sentimenti, delle solitudini, dell'incertezza di oggi.
ZEROZEROZERO- Roberto Saviano: "Scrivere di cocaina è come farne uso. Vuoi sempre più notizie, più
informazioni, e quelle che trovi sono succulente, non ne puoi più fare a
meno. Sei addicted. Anche quando sono riconducibili a uno schema
generale che hai già capito, queste storie affascinano per i loro
particolari. E ti si ficcano in testa, finché un'altra - incredibile, ma
vera - prende il posto della precedente. Davanti vedi l'asticella
dell'assuefazione che non fa che alzarsi e preghi di non andare mai in
crisi di astinenza. Per questo continuo a raccoglierne fino alla nausea,
più di quanto sarebbe necessario, senza riuscire a fermarmi. Sono
fiammate che divampano accecanti. Assordanti pugni nello stomaco. Ma
perché questo rumore lo sento solo io? Più scendo nei gironi imbiancati
dalla coca, e più mi accorgo che la gente non sa. C'è un fiume che
scorre sotto le grandi città, un fiume che nasce in Sudamerica, passa
dall'Africa e si dirama ovunque. Uomini e donne passeggiano per via del
Corso e per i boulevard parigini, si ritrovano a Times Square e
camminano a testa bassa lungo i viali londinesi. Non sentono niente?
Come fanno a sopportare tutto questo rumore?" (Roberto Saviano)
UN COVO DI VIPERE- Andrea Camilleri: "Sognando, Montalbano è entrato in un sogno dipinto da Rousseau il
Doganiere. Si è ritrovato, insieme alla fidanzata Livia, nel respiro di
luce e nella convivenza innocente di un'edenica foresta. Gli intrusi
riconoscono il luogo solo grazie a un cartello inciso a fuoco. Sono
nudi. Ma portano addosso l'ipocrisia di foglie di fico posticce, fatte
di plastica. L'armonia dell'eden, la sua mancanza di volgarità e
violenza, è una finzione pittorica. Non appartiene a nessun luogo reale.
E neppure ai sogni. Ciononostante, anche nella cieca e brutale realtà
può sopravvivere la delicatezza del canto discreto e cortese di un
uccello del paradiso saltato giù dai rami dipinti o sognati. Montalbano
viene svegliato dal fischiettare di un garbato vagabondo che intona II
cielo in una stanza, con "alberi infiniti", imponendosi sul fracasso di
un temporale. La filologia congetturale del commissario deve applicarsi
al fondo torbido e malsano di esistenze nascoste e incarognite dal
malamore, dagli abusi e dalle sopraffazioni, dalla crudeltà e dalla
sordidezza, dalle ritorsioni e dai ricatti, dalla gelosia e dal rancore:
non meno che dall'interesse. Il ragioniere Cosimo Barletta,
sciupafemmine compulsivo e strozzino, è stato trovato morto: ucciso con
modalità che a prima vista appaiono inesplicabili, e addirittura
insensate. Montalbano indaga sui segreti impenetrabili di una famiglia e
sui misteri di una comunità. Sui rapporti di sangue e quelli di
affinità." (Salvatore Silvano Nigro)